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IL TERRITORIO

Caltavuturo comprende un territorio di circa 97.481 Kmq, caratterizzato da importanti rilievi montuosi e geologicamente appartenenti al segmento di catena Madonita che collega le regioni africane con la Calabria e gli Appennini. Il limite nord-orientale del territorio comunale è segnato dal corso del fiume Imera, uno dei principali corsi d’acqua siciliani che sfocia nel Mar Tirreno nei pressi dell’antica colonia greca di Himera. I numerosi affluenti e le sorgenti rendono il paesaggio florido e particolarmente idoneo all’insediamento rurale. L’alta potenzialità agricola e pastorale del comprensorio hanno fatto sì che il paesaggio sia stato, nel tempo, fortemente antropizzato. Le ricerche sul territorio hanno rintracciato 96 Unità Topografiche (UT) di interesse archeologico che testimoniano la presenza dell’uomo dall’età preistorica a quella medievale. Le prime tracce di frequentazione risalgono all’Età del Rame e all’Età del Bronzo, quando piccoli villaggi nascono in luoghi facilmente accessibili e riparati dagli agenti atmosferici. In età arcaica (VII-VI sec. a.C.), con l’arrivo dei coloni greci, le popolazioni indigene occuparono luoghi “forti” per controllare le vie di comunicazione e sfruttare le principali risorse del territorio. Nascono così abitati come quello di Monte Riparato o Serra di Puccia. Con l’età classica (V sec. a.C.) il territorio conosce un incremento del popolamento. Molti dei principali siti nati già in età arcaica conoscono la crescita; si assiste, inoltre, al sorgere di nuovi centri come quello della Rocca di Sciara. Con la distruzione di Himera (409 a.C.) da parte dei Cartaginesi e durante l’età ellenistica si registra l’abbandono di molti insediamenti rurali; alcuni siti, come Monte Riparato, continuano a vivere grazie all’importanza strategica. La conquista romana della Sicilia comporta una rivitalizzazione delle campagne con la nascita di numerosi insediamenti rurali connessi allo sfruttamento delle risorse ed alla viabilità. Durante l’età Imperiale l’affermazione della grande proprietà terriera comporta una riduzione dell’insediamento sparso che conoscerà una nuova fase di crescita durante il IV e V sec. d.C. In età bizantina, tra la fine del VII e il IX sec., l’instabilità politica, dovuta all’avanzata saracena nell’ isola, porta a scegliere insediamenti in posizione arroccata e ben difendibile (“incastellamento”), anche se si riconoscono nel territorio piccoli villaggi funzionali allo sfruttamento agricolo. La conquista normanna della Sicilia causò l’abbandono delle campagne, sicché tra XI e XII sec. sopravvive solo l’insediamento del castello della Terravecchia che gestisce anche il territorio, caratterizzato da vaste aree dedicate alla cerealicoltura.

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