MONTE RIPARATO
-L’Abitato-
L’individuazione dell’abitato sul Monte Riparato risale al 1972. Dal 1975 il sito è stato oggetto di varie campagne di scavo. La presenza dell’uomo sul Monte Riparato risale ad epoca protostorica, ma le strutture finora individuate sono relative ad un insediamento di età ellenistica, databile tra il III e il II secolo a.C. L’abitato, sul Pizzo S. Angelo, era costituito da isolati ortogonali, come attesta l’individuazione di una strada orientata E-O e di una N-S. Quest’ultima era delimitata ad Ovest da una fila di blocchi di calcare, uno dei quali, riutilizzato, reca l’iscrizione che menziona un “Architetto”. Poco più a valle, in un pianoro alberato, è stato individuato un edificio di grandi dimensioni, costituito da vari ambienti, comprendente una terma, il cui impianto sembra risalire al III sec. d.C. Dallo scavo del complesso termale che, come tutti gli altri edifici di Monte Riparato, mostra almeno due fasi costruttive, è emerso che l’abbandono e la distruzione dell’antico centro ellenistico sia stata causata da un evento improvviso, verosimilmente di origine naturale.
-La necropoli di S. Venere-
La necropoli meridionale di Monte Riparato, in località S. Venere, è stata esplorata negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso. L’area è ubicata in una collinetta a S-E di Pizzo S. Angelo. Nella necropoli sono attestati i rituali dell’inumazione e dell’incinerazione. Le inumazioni avvenivano entro una semplice fossa terragna: il defunto veniva deposto in posizione supina con le braccia allineate lungo i fianchi. I corredi funerari, databili tra il III e II sec. a.C., sono disposti generalmente lungo i fianchi e vicino la testa degli inumati. Oltre a vasi di varia foggia i corredi comprendono talvolta anche oggetti in bronzo e terracotte figurate, e riferibili alla produzione delle cosiddette “Tanagrine”. Le incinerazioni, solitamente riservate ad individui adulti, avvenivano all’interno di una fossa in cui veniva allestito il rogo. Le fosse risultano spesso segnalate in superficie da piccoli monumenti funerari a gradini, realizzati con blocchetti di pietra locale, detti epitymbia.